Angelo Tantaro 28.09.2009
Piazza del Quadraretto ha la fortuna di avere quattro panchine dove poter leggere il giornale, scambiare qualche parola, incontrarsi con altre famiglie mentre i bambini possono correre (poco) sul piano rialzato del marciapiede centrale considerato un mini giardino, circondato da macchine parcheggiate. E’ sempre meglio di niente, non siamo mica in un quartiere “bene” dove abita il potere.
Purtroppo la piazzetta ha anche qualche altra contraddizione, la più grossa. E’ che a trenta metri, in via dei Fulvi, all’uscita della metro, c’è un semaforo. E come si sa, il semaforo è terra di conquista, tra dannati della terra, fonte (misera) di guadagno. E’ presidiato giorno e notte. E quando di notte finiscono i “clienti” (gli automobilisti), in compagnia di altri, la cosa migliore per questi sfortunati è bersi qualche birra e abbandonare decine di bottiglie di birra per tutta la piazzetta e via dei Fulvi, prima e dopo il Quadraretto.
La mattina sulla strada, sulle panchine, sul marciapiede, bottiglie vuote di Peroni da 66 cl, che rotolano e automobili che al loro passaggio involontariamente giocano a “la nizza” un vecchio gioco romano che, ricordiamo per i più giovani, terminava quando la nizza era tornata nel cerchio o quando si era troppo allontanata. In questo caso la nizza sono le bottiglie e il gioco non termina, perché mai vengono a mancare.
I vigili, chiamati al telefono, (perché non sappiamo se esistono veramente, in zona non si sono mai visti) rispondono che non hanno disposizioni precise e pertanto sono impossibilitati a intervenire. Suggeriscono di chiamare l’AMA e, da saggi, aggiungono che almeno questa pulirà la strada dalle bottiglie e dai cocci frantumati sull’asfalto.
L’AMA risponde al numero verde. Ti danno un numero di pratica, il giorno dopo te ne danno un altro e poi ancora un altro. Ma le bottiglie continuano a ruzzolare ed aumentare. Quando diminuiscono è perché si sono trasformate sul posto, in polvere di vetro.
Sempre di notte, qualcuno, avendo a diposizione tutte queste bottiglie, ne approfitta per comporre sull’asfalto un nome di donna, per esempio Giorgia, finché poi qualcun altro passa e per non essere da meno le prende a calci, tanto per far capire chi comanda e far lavorare qualche carrozziere. Si, perché le bottiglie si fermano cozzando contro le auto parcheggiate.