Quadraro Vecchio: si trova immediatamente a sinistra della Tuscolana, scendendo da Porta Furba; i suoi confini sono: via degli Angeli, via di Centocelle, parco Monte del Grano, via Tuscolana e l'ex sanatorio Ramazzini, fermata della metro linea A Porta Furba- Quadraro;
Quadraretto: immediatamente a destra scendendo dalla Porta Furba, fermata della metro linea A Porta Furba- Quadraro;
INA Casa 49: a ridosso di via Tuscolana, all'altezza della fermata della metropolitana linea A Numidio Quadrato:
INA CASA
il progetto dell’Ina Casa Tuscolano rientrò nel programma del piano casa Fanfani, piano che consisteva nella realizzazione di insediamenti pubblici d’abitazione per incrementare anche l’occupazione operaia. Il quartiere Ina Casa rimane famoso nell’immaginario collettivo per via delle grandi torri e del boomerang progettati da Mario De Renzi (Nel 1952-55,con Saverio Muratori è impegnato allla realizzazione del quartiere INA-Casa al quartiere Tuscolano., strutture abitative citate da illustri registi del calibro di Pasolini (Mamma Roma) e Monicelli (un Borghese piccolo piccolo). Un quartiere quello del Tuscolano che rappresenta a partire dagli anni Cinquanta una cattedrale nel deserto della periferia Sud-Est della capitale, un monumento che favorirà la rivalutazione dei costi dei terreni e la loro edificabilità nell’area compresa tra Cecafumo e gli stabilimenti cinematografici di Cinecittà. I ragazzi del Centro Sociale Spartaco, la Consulta di quartiere Ina casa Quadraro e il Centro Sociale Anziani di Largo Spartaco operano attivamente per la conservazione dei limiti di vivibilità dei quadraroli dell’INA Casa.
GLI INTERVENTI INA-CASA
Nel dopoguerra l' INA casa costrui', sui terreni di A.Gerini in localita' Cecafumo , l' intervento piu' massiccio del territorio romano, su di un' area di circa 36 ettari per un complesso di circa 3150 alloggi e 17.000 vani, strutturati in 3 interventi, che offrono anche una varieta' di tipologie interessanti elaborate dalla ricerca razionalistica. Per prime furono realizzate, nella zona compresa tra via del Quadraro, la Tuscolana, via Pubblicola e via Lemonia, una serie di costruzioni intensive dai 4 ai 6 piani, disposti in modo da rinchiudere al centro di ogni lotto uno spazio da adibire ad uso condominiale.
Il secondo intervento, di De Renzi e Muratori, era compreso tra Largo Spartaco, via del Quadraro, via Selinunte e via Cartagine. Per la sua particolare conformazione a "v" aperta (familiarmente: Boomerang), assolve la duplice funzione di fondale della piazza dei servizi e di cinta muraria con porta ubica del centro edilizio. L' immagine e' molto vicina a quella di una citta' medievale. Contemporaneamente a questo nucleo si attuava un terzo intervento tra la via Selinunte e la ferrovia Roma-Napoli: l'unita' di abitazione bassa a sviluppo orizzontale di Adalberto Libera. Il complesso di circa 1000 vani, vede dialogare due tipologie architettoniche quali le case basse e le case a ballatoio intorno ad un piccolo parco attrezzato. E' come un piccola citta' chiusa all'interno di un vero muro.
Politica della casa e assegnatari : al Tuscolano negli anni Cinquanta
In un’area pianeggiante tra la via Tuscolana e il parco degli Acquedotti, in località Cecafumo, così chiamata per la presenza nell’intera zona di un accecante fumo prodotto dai fuochi accesi in capanne e botteghe artigiane prive di un impianto di aerazione, sorge uno dei più grandi interventi romani dell’ina Casa- Tuscolano.
Costruito su un territorio di 35,5 ettari, nel settore orientale di Roma, il quartiere viene edificato nella prima metà degli anni Cinquanta in tre fasi, con 3.150 alloggi (17.000 vani) per circa 18.000 abitanti complessivi.
Il Tuscolano, di proprietà del marchese e senatore democristiano Alessandro Gerini e della sorella Isabella (eredi di un ramo dei Torlonia).
L’area, se si escludono alcune capanne artigiane e rifugi di fortuna, è scarsamente abitata, in una posizione intermedia lungo l’asse della via Tuscolana tra la città vera e propria, che si ferma all’altezza di Porta Furba e del vecchio Quadraro, e il centro cinematografico di Cinecittà inaugurato nel 1937. Collegato alla stazione Termini dalla tranvia dei Castelli Romani della stefer (Società delle tranvie e ferrovie elettriche di Roma), è tuttavia un’area libera in cui poter sperimentare la costruzione di un quartiere autosufficiente, in linea con l’importante dibattito interno all’urbanistica del periodo.
Nei casi in cui l’ente appaltante fosse, così come stabiliva la legge, un’azienda che costruiva case per i propri dipendenti, doveva provvedere anche alla gestione degli alloggi e alla loro assegnazione in ambito aziendale, con «graduatoria particolare» riservata ai propri dipendenti.
Leggendo i progetti originali conservati dall’Archivio disegni dell’ater (già iacp), si individuano facilmente le case incis e iacp: gli enti che gestivano l’amministrazione degli alloggi rispettivamente per i dipendenti della pubblica amministrazione e di altri datori di lavoro e assegnati secondo una graduatoria generale di necessità, tutte collocate nel Tuscolano i, tra via Tuscolana, via Valerio Publicola, via Lemonia e via del Quadraro, prima fase progettuale portata a termine senza un piano urbanistico riconoscibile e anticipazione dei successivi interventi pubblici. In questo settore, come realtà consistenti, troviamo anche l’inail e l’inps (che realizza le case in linea di Nicolosi, tra viale Spartaco, via Lucio Sestio e via del Quadraro). Tra queste, la Banca commerciale italiana, l’Ufficio italiano cambi, il Comando generale Guardia di Finanza, la Confindustria, il ministero per l’Africa, la Società romana di elettricità, la Finmare, Cinecittà, la stefer e il ministero della Difesa, edificano ognuno un proprio singolo immobile.
Nella realizzazione della seconda fase, il cui progetto urbanistico vede la firma di Mario De Renzi e Saverio Muratori e «nasce come esplicito tentativo di dare forma ad un nucleo urbano in cui ricercare la complessità di un apparente tessuto urbano consolidato, attraverso l’inserimento sia di elementi propri della città, quali ad esempio la piazza, sia di una notevole varietà di tipi edilizi e di soluzioni spaziali», la Gestione ina Casa costruisce direttamente la maggior parte dei fabbricati: le case a torre di De Renzi lungo via del Quadraro, le case in linea di Vagnetti e Tassotti e quelle di Muratori e De Renzi, entrambe perpendicolari a via Sagunto, asse centrale del quartiere. Il lungo edificio di via Sagunto e le case a torre di via Cartagine, entrambi progettati da Muratori e De Renzi, sono invece inps, se si esclude l’ultima casa a torre di largo Spartaco, il cui ente appaltante è il ministero della Difesa. Quest’ultimo è anche l’ente che realizza l’importante edificio di Muratori e De Renzi, noto come boomerang o edificio a stecca, che affaccia su largo Spartaco. Il consorzio “il Cantiere” è infine l’ente che realizza l’unità di abitazione orizzontale di Adalberto Libera, il Tuscolano III.
Questo primo livello di ricerca apre anche un altro interessante spunto, che sembra confermato da alcuni documenti da me rinvenuti nell’Archivio centrale dello Stato. Anche di fronte ad analoghi progetti, ci possono essere delle differenze nella realizzazione. È quanto ad esempio accade nelle case a torre di via Cartagine, dove i fabbricati 85, 86, 87 e 88 (di proprietà inps) presentano lesioni verticali e orizzontali su tutti i muri, molti lavori sono lasciati incompleti e alcuni servizi di prima necessità mancano (porte dell’ascensore, avvolgibili non messi in opera, il balcone sul pianerottolo è privo di una porta-finestra in grado di riparare dalle intemperie, lo scolo dell’acqua non è completo e i cassoni dell’acqua sono vecchi e lesionati), a differenza del fabbricato analogo, il 99, di proprietà del ministero della Difesa. (Alice Sotgia)
Cecafumo: in corrispondenza della fermata della metropolitana linea A Lucio Sestio.
Così chiamata per la presenza nell’intera zona di un accecante fumo prodotto dai fuochi accesi in capanne e botteghe artigiane prive di un impianto di aerazione. In via Lucio Sestio era presente il mercato ortofruttifero all'aperto della zona. (il film Mamma Roma è ambientato su questa strada). Il mercato si tresfeì poi al mercato coperto di via del Quadraro.
In via Lucio Sestio nell'isolato delimitato da questa, via del Quadraro e via Tuscolana.c'era la sottostazione eletttrica del tranvetto blu della Stefer palazzina a 2 piani). E' ancora presente. E' nascosta tra i palazzi, per questo non si trova facilmente. La trovi: uscendo dalla metro lato baretto "Mamma Roma" sali via Lucio Sestio ed entri nel primo cortile INA CASA che troverai sulla tua destra e a quel punto la vedi, perchè la palazzina è di tutta altra epoca. Il lotto e la SSE sono ancora di proprietà COTRAL. La utilizza come deposito/rimessa.