Lo stabile occupato dal centro sociale è lo stesso del 1947 dove c’era l’osteria da Gigetto e dove il Gobbo del Quarticciolo fece fuori due tedeschi. Il vecchio stabile era stato costruito probabilmente ad inizio secolo scorso (1910 - 1920), adibito ad abitazione ed osteria fino agli anni '50, quando quest'ultima fu trasferita nel palazzo ad angolo. Fu successivamente abbandonato per essere occupato verso la fine degli anni 70 dal Centro Sociale. L’edificio venne abbattuto e ricostruito. Ora sede adi un agenzia di banca e di un gioielliere. Via Calpurnio Fiamma dal numero 4 al numero 12.
10 aprile del 1944, in una osteria lungo la via Tuscolana, "da Giggetto" situata lungo l'attuale via Calpurnio Fiamma (l'edificio è rimasto in piedi fino a qualche anno fa, alcuni forse ricorderanno lo "stabile occupato" degli anni ’70), Giuseppe Albano litiga, forse per futili motivi, forse perché i tedeschi non volevano pagare il vino, forse chissà. Sta di fatto che, fuori dall'osteria il Gobbo o qualcuno della sua banda, spara ed uccide tre soldati tedeschi.
I rastrellamenti già in fase di progetto, vengono immediatamente attuati ed in particolare si concentrano sul Quadraro il 17 aprile perché si, zona di nascondiglio di partigiani, ma soprattutto perché i tedeschi contavano di stanare il Gobbo e gli uomini della sua banda. Il particolare spiegamento di mezzi e l'elevato numero di rastrellati, anomalo rispetto ai tanti rastrellamenti eseguiti nelle altre parti della città, non fanno che sottolineare lo speciale significato che il comando tedesco dava a questa azione.
Giuseppe Albano nato nel 1927 a Gerace Superiore (Reggio Calabria), criminale comune e partigiano, detto il Gobbo del Quarticciolo il 16 gennaio 1945 fu ucciso mentre usciva dal portone della sede dell’Unione Proletaria nell’androne del palazzo di Via Fornovo 12, con un colpo di pistola alle spalle. Secondo alcuni fu ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri, secondo altri fu ucciso a tradimento da tale Giorgio Arcadipane, gia’ spia dei tedeschi tra i detenuti di Regina Coeli, aggregatosi tra i provocatori dell’ Unione Proletaria.
28 febbraio 1978 un gruppuscolo di fascisti particolarmente agguerrito che rivendica le proprie azioni con la sigla NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) con a capo Valerio Fioravanti, ritiene che a commettere l'agguato di Acca Larentia siano stati gli occupanti del vecchio stabile situato in via Calpurnio Fiamma. La sera del 28 febbraio, tra le 23:10 e le 23:30 il gruppo, coadiuvato da Fioravanti, si reca presso lo stabile di via Calpurnio Fiamma ma giunto là si accorge che è chiuso; non sono a conoscenza che il giorno precedente, per l'ennesima volta, la polizia aveva attuato uno sgombero contro gli occupanti. A questo punto si recano in direzione della vicina piazza San Giovanni Bosco, i cui giardinetti fungono spesso da ritrovo per molti compagni della zona. Arrivati sul posto il gruppuscolo scende rapidamente dalla FIAT 132 chiara e, a volto scoperto, irrompono nella piazza sbucando da cespugli vicini e fanno fuoco quasi a casaccio. Nell'immediato parapiglia cade a terra, colpito al torace, un giovane di 24 anni, Roberto Scialabba.
In via Calpurnio Fiamma nel 1978 c’era un centro sociale occupato. Lo stesso dove una volta c’era l’osteria da Gigetto. |