Deportato dopo il rastrellamento del Quadraro, il 17 aprile 1944, ha dedicato la sua vita a trasmettere ai giovani la memoria degli orrori del nazismo
Abbiamo accompagnato Stefania Ficacci, vice presidente dell'ecomuseo Casilino, durante la posa della pietra in memoria di Sisto Quaranta, deportato in Germania insieme ad altri mille uomini del Quadraro, quartiere posto nella periferia sud-est della Capitale. "Sisto – ci ha raccontato – ebbe la fortuna di rientrare in Italia dopo essere stato costretto in una fabbrica tedesca e, a partire dagli anni Ottanta, è diventato un infaticabile testimone di quell’evento dimenticato dalla storiografia ufficiale da trasmettere alle nuove generazioni".
Dal 2017 il progetto Inciampi nella memoria, da lei diretto, ha provveduto all'installazione di 24 pietre. "Si tratta di un lavoro collettivo di ricerca – sottolinea – che ogni anno si arricchisce del contributo delle scuole, delle associazioni culturali che valorizzano la memoria storica della lotta di Liberazione dal nazifascismo e di singoli ricercatori, come lo storico storico Riccardo Sansone dell'associazione BellaStoria - Festival - Narrazioni di Strada, che si occupa della studio del territorio".
Pochi mesi dopo la morte di Sisto Quaranta, avvenuta a 93 anni, nel 2017, l'artista David Diavù Vecchiato gli ha dedicato un murale in via Decio Mure, sotto la salita del Quadraro. A pochi metri dalla fermata della metropolitana Porta Furba.