Dalla finestra di casa
di Angelo Tantaro 12/12/ 2008
Mi affaccio dalla finestra. Pali della luce traballanti e arrugginiti pieni di cartelli abusivi e strisce di carta plastificata rosso bianca annotata da tutte le parti abbandonata dal comune dopo i lavori. Strada sporca con cartoni, foglie, giornali e bottiglie di plastica accartocciate sull'asfalto. Come un'opera artistica d'avanguardia. Aste della segnaletica stradale tutte storte, come ubriachi. Qualche paletto disteso per terra, non ce l'ha fatta. Macchine parcheggiate sui marciapiedi alla fermata della metro Porta Furba e pedoni costretti a camminare in fila indiana sulla strada. Un televisore abbandonato per strada, da due, tre, cinque giorni.
Ancora macchine parcheggiate davanti ai secchioni che impediscono di buttare il sacco dell'immondizia, la vecchietta che prova a fare il lancio del sacchetto, ma non è allenata e la busta cade sull'autovettura che così impara a parcheggiare dove non dovrebbe. Il marito, fisicamente ancora più malandato che aggrappato alla finestra gli grida "A Marì, che te possino, te potevi fa male, e statte attenta".
La bicicletta che s'inceppa sull'asfalto per la buca che una settimana fa era di 10 centimetri adesso con la pioggia è diventata di 50. Il vigile che hai chiamato per far spostare le macchine davanti alla metro dice al telefono "Ve volete sta zitti che non sento. No scusi non c'è l'ho con lei...dica signò che non ho capito niente.."
Cronaca breve di un giorno qualsiasi a via dei Fulvi al Quadraro, centro storico del X Municipio, mentre al numero dei Vigili Urbani ti rispondono che hanno l'emergenza e non possono stare a presso a tutti. Esco per distrarmi e vedo vigili donne, qualcuna piccina, altre grassottelle, altri, virili maschi che imitano involontariamente Alberto Sordi. Il più patetico di tutti che non più giovane, intento pure lui, a correre dietro a "gentaglia" che vende merce sulla via Tuscolana. Lo fanno per sopravvivere. Sia i vigili che quelli che chiamano extracomunitari. Solo che quest'ultimi lo fanno con la testa incartata con delle sciarpe e le mani in tasca per il freddo. Moderni dannati della terra, figli sfortunati, vittime di bullismo adulto.